Arte, Damien Hirst, mostre:
La fine degli anni ’80 e l’inizio del decennio successivo segnano una svolta nell’arte contemporanea caratterizzata da un’estetica spesso trash e da un atteggiamento al contempo trasgressivo e fortemente mediatico. Tutti conoscono l’ondata rivoluzionaria provocata da artisti – all’epoca emergenti – come Jake & Dinos Chapman, Tracey Emin, Damien Hirst, Sam Taylor-Wood, Sarah Lucas, Rachel Whiteread, e codificata dalla critica con la fortunata formula Young British Artists. Meno noto è invece il movimento denominato Polish Critical Art, che mette insieme una generazione di artisti polacchi emersi in quegli stessi anni come Paweł Althamer, Piotr Uklański, e Artur Żmijewski
La mostra “British British Polish Polish” curata da Marek Goździewski e Tom Morton e organizzata al CCA – Ujazdowski Castle di Varsavia, riunisce, in un sorprendente confronto, più di 140 opere di 64 artisti inglesi e polacchi che hanno condiviso l’avventura dei YBA o della Polish Critical Art e i loro giovani colleghi che animano oggi la scena artistica dei due paesi. Ciò che accomuna gli artisti della prima sezione è il modo diretto e spesso spiazzante con cui affrontano senza tabù questioni centrali come il sesso, la morte, la violenza, la politica, i soldi. Con le loro opere hanno provocato allora un dibattito pubblico in grado di superare i confini della creazione contemporanea, modificando così la nozione stessa d’arte. Non è un caso che entrambi i movimenti siano nati in corrispondenza a due eventi fondamentali per le rispettive storie nazionali. In Inghilterra nel 1986 si assiste alla deregulation dei mercati finanziari, apice della sterzata iper-liberista imposta da Margaret Thatcher in quel decennio. Il 1989 per la Polonia rappresenta, invece, la fine del regime comunista e dell’isolamento dall’Occidente.
La mostra è completata da una selezione di opere di artisti rappresentativi della generazione successiva. Artisti come Ed Atkins, Haroon Mirza e Elizabeth Price per l’Inghilterra o Agnieszka Polska, Wojciech Bąkowski e Norman Leto per la Polonia sono alcune volte debitori altre volte si schierano in totale opposizione nei confronti di chi li ha preceduti e ha indubbiamente lasciato una traccia indelebile, anche se criticabile, del loro passaggio.
“British British Polish Polish: Art from Europe’s Edges in the Long ‘90s and Today”
A cura di Marek Goździewski e Tom Morton
7 settembre – 15 novembre 2013
Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle